Monday, March 26, 2012

Happily ever after?

Questo weekend ho guardato un documentario molto interessante. E' un documentario-autobiografia per l'esatteza. Un regista racconta del suo problema come drogato di sesso. Ora, io non ho questo problema (anche se nella vita mai dire mai, vero?), tuttavia penso che un po' tutte le dipendenze si assomiglino, e sia un modo per anestetizzare i propri sentimenti che non si sa come viversi, ed un modo per distrarre l'attezione in qualche cosa di piu' concreto e di piu' facile soluzione (facile perche' conosciuta, non per altro). Ho molto apprezzato la sua onesta' nell'ammettere chiaramente il suo problema e nel parlarne. Due messaggi mi hanno particolarmente colpita: 1) che lasciarsi andare alle proprie dipendenze e' pericolo, e non fa altro che aumentarle, ma bisogna sempre lottare contro, anche se si e' stanchi 2) cercare aiuto negli altri e' deleterio, alla fine purtroppo e' uno scontro una a uno, tu e la dipendenza. Gli altri possono fare il tifo per te, ma dalla tribuna. In campo, sei ahime' solo. Ed e' anche giusto cosi', sono le ns battaglie e dobbiamo combattercele da soli. Nel film/documentario c'e' un lieto fine, dove lui alla fine trova una sua dimensione normale, si libera della sua dipendenza e trova l'amore. Da' speranza, e fa bene, ma e' realista? ognuno a conti fatti deve parlare per se', e quindi adesso parlo per me. Non voglio dire che non ne usciro' mai, perche' credo nel Mai dire mai, ma onestamente la vedo dura. E non e' che la gente non la veda dura, perche' non sia dura, quanto perche' anni fa (nel 2007) finii il mio primo percorso teraputico e stavo bene, non mostravo nessun sintomo, avevo una vita bella. Ho passato trasferimenti vari, cambi di lavoro, mollata con il moroso, un sacco di casini, ed ancora come una roccia. Sapevo che i miei problemi erano li' da qualche parte, ma c'era una distanza fra me e loro, costante. Poi io non so cosa successe, ma ottobre 2011 ecco che sono tornati....tutti, every single one. Sono corsa ai ripari subito, dopo pochi giorni ero gia' nello studio della mia nuova psicoteraputa. Pensavo fosse un incidente di percorso, un ex-fumatore che una sera si fa convincere a fumarsi una sigaretta...ora dopo un anno e mezzo, sono ancora qui, con lividi che guariscono poco prima di altri che si riformano, segni che invece dopo mesi ancora non se ne sono andati. Un neo strappato via per sbaglio, che alla fine mi ha anche aiutato a tornare alla realta'. Ed oggi, mentre alcuni segni guariscono e certe urgenze in un campo non ci sono piu', sono in ansia per il cibo, perche' ho amiche che mi invitano fuori a cena, a bere qualche cosa e magari vogliono spiluccare un antipasto. E mi da' fastidio, mi danno fastidio i loro possibili commenti, il fatto che non voglio rovinare l'atmosfera di una serata con amici a ridere e chiaccherare! perche' so che non sono loro ad essere il problema, ma io! E perche' so che dovrei essere contenta, perche' ho amici che mi invitano fuori, che mi vogliono bene e ci tengono a me. Questo e' il pensiero giusto, non l'ansia. Se non e' un attacco da una parte, e' dall'altra. Ed io sono stanca, alla fine, anche se niente e' stato mai cosi' deabilitante per me da non avere una vita, e' dalla adolescenza che ho di questi problemi, ed ormai di anni ne ho 35 e mezzo. Se ne andranno mai? oppure dovro' impararare ad essere felice con loro qui, avvinghiati a me?

2 comments:

  1. Io penso che certi problemi che ci portiamo dietro siano molto difficili da sradicare. Io stessa ho i miei di cui non parlo più sul blog, ma ce li ho. La conclusione a cui sono arrivata è quella classica, semplice come l'uovo di colombo: se non posso cambiare i miei problemi, posso però cambiare il mio atteggiamento verso di loro. Li accetto, li vedo come una parte di me con cui convivere e come in tutte le convivenze ci sono momenti di crisi e momenti tranquilli. però non mi sento più diversa o sbagliata per via dei miei problemi. E' chiaro che a volte mi deprimo, mi arrabbio etc, però fondamentalmente penso che poteva capitarmi una vera forma di invalidità o una malattia grave...Io parlo per me ovviamente, perchè non so bene l'entità dei tuoi problemi e quindi magari per te è molto più complicato. E comunque alla fine spesso il problema ce lo creiamo più grande: per esempio per il fatto di uscire, spiluccare antipasto etc. E' chiaro che le tue maiche faranno i loro commenti. è normale, ma di fatto sei tu che ti infastidisci, perchè se tu riuscissi a non dare peso veramente e a continuare ad essere serena, la cosa finirebbe lì e non rovineresti la serata a nessuno. Lo so che non è per niente facile essendo un tuo nervo scoperto, era solo per fare un esempio. Counque hai fatto bene ad apreire il blog, scrivere fa bene.

    ReplyDelete
    Replies
    1. Ciao LVB!
      grazie mille per essere passata e per il tuo commento! :-)
      Sono perfettamente d'accordo con te sull'accettarsi per come si e', includendo certi tipi di problemi! Purtroppo io ancora non ci sono riuscita, ma e' la strada che voglio seguire!
      Il tuo esempio calza a pennello, sono io a fare tutto piu' grande e l'ansia che mi viene quando so che c'e' la possibilita' di uscire a cena o di mangiare fuori, poi e' un problema che mi creo io! lunedi' sera al pub e' stato tutto molto naturale! e mentre mi rilassavo con la mia amica, pensavo a quanto fosse stata inutile la mia preoccupazione. me ne devo ricordare!
      Grazie ancora! a presto!

      Delete