Monday, May 13, 2013

La speranza e' l'ultima a morire, ma a volte bisognerebbe ucciderla


Non sono diventata negativa d'un botto, ed ho ritrovato il mio senso dell'umorismo, un po' arruginito che a volte cammina a stento, ma andra' sempre meglio e basta. Oggi sono terribilmente triste, non posso piangere al lavoro (anche se a volte vado nei sotteranei a sfogarmi), ma per contro non riesco a lavorare. Capita, non siamo robot (o almeno io no, di sicuro).
Non so neanche io cosa dire e cosa comunicare in particolare, e non vorrei dire i motivi della mia tristezza (anche se neascondono sempre cose piu' profonde, perche' niente e' mai come sembra). Vorrei solo dire che nella vita ne passi diverse, e pensi di essere preparato alle verie situazioni, ma alla fine quando soffri, ti sembra sempre la prima volta! anche se ci sei gia' passato.

Sara' che sono figlia unica, sara' che sono sempre stata molto sola (i miei lavoravano ed io passavo i pomeriggi da sola), sara' che ho un vissuto diverso dalle persone che mi sono vicine (vivo in un paese straniero da anni), faccio fatica ad avere rapporti stretti ed a lasciarmi andare. Cosi' la mia vita e' una vita solitaria...esco, ho amici, faccio cio' che mi piace ma inevitabilmente la sera torno a casa sola, sempre. In genere sono contenta di questo, ma in momenti di tristezza totale, vorrei tornare a casa da qualcuno che potesse darmi un abbraccio. Un semplice abbraccio, caldo, e dirmi che tutto andra' bene. E lo so da sola che nella vita tutto passa, ma sentirselo dire a volte aiuta.   
C'e' da dire che quando ero bulemica, era piu' facile. Uscivo, mi rimpinzavo, ed andavo a vomitare nei bagni di McD. Stavo male uguale, ovvio ma avevo qualche cosa da fare. Anche l'auto-lesionismo era un aiuto, avevo 5 minuti di pace. E nel tumulto della sofferenza, anche 5 minuti avevano il loro peso. Poi si arriva il contraccolpo e la sofferenza aiumenta in modo esponenziale, e tu devi stare al passo e tagliarti di piu' e vomitare di piu', e cosi' sei in un circolo vizioso autodistruttivo da cui uscire e' un casino. 
Adesso non faccio nulla, e la sofferenza arriva, mi invade, mi blocca, mi fa piangere. Poi si, se ne va, anche se quando sei nel delirio sembra non se ne vada mai. Ma io spero, perche' questa e' una speranza da tenere in vita, anche quando si fa piccola piccola. E quando se ne va, e' andata e non sei in nessun circolo vizioso. Quindi ode alla normalita'! che quando ti dicono che sei normale, a volte ti dispiace, ma se non lo sei stato per un po', allora ti sembra un sogno. 
 
Dicono sempre che quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Bhe, i miei genitori ci hanno provato a tirarmi su da "dura", ma alla fine non lo sono. Non sono neanche debole, credo, perche' ho fatto scelte che tanta gente non farebbe e cmq me la sono cavata. Pero' boh, mi sento piu' come fossi di gomma piuma, morbida, che si adatta, si piega, ma non si spezza. E cosa c'e' di male ad essere di gomma piuma?   

Sunday, May 5, 2013

Regola numero uno: MAI perdere il senso dell'umorismo.

Il titolo e' il mio motto di vita in cui credo fermamente, ma purtroppo in queste ore l'ho preso....magari qualche ora me la posso concedere, va!
Purtroppo vorrei chiamare in lacrime un'amica e sfogarmi un po' con lei, e ci sarebbero anche le amiche da chiamare, ma non me la sento, perche' la cosa in se' mi sembra stupida. Cosi' ne approfitto del blog e spero che scrivere qui mi aiuti a lasciare andare un po' di ansia che mi attanaglia.
Da pochissimo sto frequentando un tipo, con cui sto bene. Dovrei toccare il cielo con dito, ed invece sto sempre con l'ansia. Ieri mi ero ripromessa di stare tranquilla, e di non legare i miei umori a questo tipo, che non e' giusto! Da ieri ci siamo "inseguiti" al telefono, prima lui chiama io non sento poi lo contatto io ma non puo'. Insomma un susseguirsi di questo, fino a 3 ore fa. Mi chiama mentre ero al telefono con un'amica, 8 minuti dopo lo richiamo e mi ritrovo con la segreteria telefonica. Gli mando un sms, ed ancora niente. Ora lo so che succede, e che non e' la fine del mondo, ma non posso negare che stia male. Ho l'ansia che mi attanaglia la gola, mi contrae lo stomaco e non riesco neanche a piangere.
Tutti i miei propositi di ieri, il mio senso dell'umorismo, che considero una delle cose migliori della vita mi hanno abbandonato. Ci provo a fare cose, e non rimanere inerte ad attendere (sono al lavoro fra l'altro e adesso scrivo qui). Lui e' uno di quelli che fa 600 cose in una volta, che rimane coinvolto in molteplici attivita', e so che stasera ad un orario imprecisato deve uscire, quindi ci sta anche che non mi richiami fino a domani sera o martedi'. Vorrei che la cosa non mi facesse ne' caldo ne' freddo, invece mi fa male.
Avrei bisogno della psico, ma purtroppo ho smesso. Vorrei anestetizzarmi in qualche modo, ma non posso, perche' anche quest'ansia va vissuta e gestita, invece di sopprimerla.

La vita e' un casino. Ma gia' lo sapevo!  

Thursday, April 11, 2013

ma che numero ha la felicita'?

Porto la 42. Mi ricordo quando avevo 16 anni, che portare la 42 era una taglia bella, un bel numero. Oggi, invece, sembra che sia una taglia per persone in carne. Forse lo sono, in carne, sta di fatto che su tutti i vestiti che ho, quella e' la taglia. Quando non ci sono numeri, prendo la S (in diversi paesi del mondo non solo in Italia). La gente sembra non crederci, onestamente, e vengo spesso indicata come M da amiche e parenti, che, nei regali, immancabilmente sbagliano la taglia (e, seppur si sono offerti di cambiarla prima di darmi il regalo, stranulano gli occhi, quando lo suggerisco, come se davvero fosse impossibile). Lo so che me ne dovrei fregare, ma per una che soffre di dismorfo-fobia e' molto dura.
Sara' perche' non ho l'ossatura cosi' piccola, sara' perche' sono alta.....non so perche', visto che personalemente non ho la percezione del mio corpo ed a volte sono io la prima a dover guardare le taglie prima di ricordarmi che forse non sono grassa. Ne parlai con la psico, e lei disse che non sapeva i motivi per cui la gente non ci credeva.
Un'altra cosa che non mi aiuta e' che la gente che porta la 46-48 cerca in tutti i modi di tirarmi nella loro categoria, quando in realta' le taglie parlano chiaro (e la matematica non mente). Della serie "Noi che piu' o meno abbiamo la stessa taglia.", non ti dico quante volte l'ho sentita dire, a me da persone chiaramente di taglie superiori. E li' se fossi una stronza, avrei dovuto chiaramente far notare che no, ci sono ben due (se non tre) taglie di differenza, ma io non lo faccio mai, taccio, perche' alla fine sono io la prima a non crederci, ed a credere invece che abbiano ragione loro. Ora e' vero che anche qui, me ne dovrei fregare, che non posso dare agli altri il potere di definire me come corpo, anima e tutto cio' che c'e' in torno.Ma potete capire quanto una persona che soffre di dismorfofobia ne soffra. Cosi' porta la 42, e la S, ma non mi sento ne' 42 ne' SMALL.

La settimana scorsa mi sono provata un paio di shorts taglia 42. Mi entravano belli comodi. Cosi' ho provato la taglia 40, che mi entrava, si chiude bene, ma e' un po' stretta. Ovviamente e' subentrata una grande confusione in me: non posso prendere una cosa in cui sto comoda, perche' poi magari mi abituo e non scendero' mai di taglia? e' cotone, si allarga e cosi' poi mi vanno bene. Ma il piu' "malato" di tutti: lo prendo cosi' dimagrisco e fra poco ci entro larghina. E da li', la 42 non mi piace piu'.
 
Cosi' mi domando: ma quando finira'? quando ci sara' un numero che mi piace? quando mi sentiro' "arrivata" e pensero' "OK, basta dimagrire"? Con questo non dico di non migliorarmi fisicamente o tenermi in forma, ma quando finira' la voglia di diventare sempre piu' sottile?  

Saturday, March 30, 2013

Alla fine poi il Destino si e' preso gioco di me...o forse vuole darmi qualche cosa di cui preoccuparmi seriamente. Per la cronaca io sono agnostica, quindi sto usando un linguaggio figurato (ed anche ironico).
Per il peso, non c'e' stato problema, due minuti ed e' tutto finito, nessuna domanda strana. Poi tutto e' rotolato via....alla fine non mi posso lamentare, o almeno non ancora (e spero di potermi lamentare MAI), visto che devo fare solo degli accertamenti. Ma praticamente ho delle "abnormalities" a tutto cio' che una donna puo' avere (utero, ovaie e seno).
La visita e' stata una tortura, ed io non ho reagito bene....per nulla. Il medico dopo un po' ha mostrato segni di cedimento, ma non mi sento neanche di biasimarlo (o forse dovrei?). Mi fa ridere perche' mi ha detto "Non essere nervosa"...bhe, certo, la psicologia umana funziona cosi', io ti dico di non essere una cosa e tu non lo sei. Visto che sei medico allora, dammi un tranquillante, guarda che non lo rifiuto mica, eh? [ovviamente scherzo!]

Una volta uscita, stavo malissimo, e sono andata nei sotterranei dove lavoro a piangere. Mi e' mancato avere una spalla su cui appoggiarmi, almeno per 5 minuti. Non dico neanche una persona della mia famiglia, perche' forse sarebbe stato peggio (se mi vedono piangere mi danno addosso, per "forgiarmi" il carattere - cosa che nel mio caso non ha funzionato ed ormai alla mia eta' sono una palla persa). A 16 anni andavo dal medico con la testa che mi girava, avevo la pressione a 150 e piangevo a meta' visita o alla fine, oggi 36 anni, uguale. Vivo ormai da anni da sola a migliaia di km da casa, mi occupo io di tutto perche' sono single, il mio lavoro e' simile ad un libero professionista: cosa devo fare per maturare (come mi diceva mia madre a 16 anni, quando uscivamo dallo studio medico)? l'elettroshock e' ancora legale?
Lo so che avrei potuto telefonare a qualcuno, o andare dalla mia amica che lavora due porte piu' in la', ma alla fine boh, mi sembra che di fronte al dolore siamo sempre soli. Lo senti che davvero in pochi ti vogliono stare vicino quando sei emotivamente "instabile" ed hai paura. Magari me ne dovrei fregare, ed aprirmi con i miei amici, ma faccio davvero fatica. Sara' l'abitudine a stare sola, o il fatto che lo vedo quando gli altri scalpitano. Non credo neppure lo facciano con cattiveria, ma forse a causa di vari spostamenti e del mio carattere solitario, ho meno amici intimi di altre persone.

Monday, March 25, 2013

Il prezzo della normalita'.


Oggi ho appuntamento dal gineacologo. Nulla di che, una visita di controllo, che non faccio da quasi 15 anni. Ho regolarmente fatto il pap-test, ma nulla del resto. 
Inutile dire che sono terrorizzata. Ed ovviamente il motivo principale non e' il fatto che potrei avere qualcosa di brutto, o che potrei non essere "a posto", anche se non e' nulla di brutto, ma il fatto che a volte ti pesano (non solo che non sei incinta, cosa nel mio caso, sicura)! Ecco, io non mi peso da anni, ormai 10! per una persona normale, pesarsi, sgnifica poco o nulla, per me in questo momento della vita, significherebbe ricominciare a torturarmi ancora su piu' fronti. E gia' ho abbastanza torture di cui preoccuparmi. So che vedere quel numero, mi porterebbe a tornare a casa e farmi del male, ed iniziare a ridurre le calorie, comperare una bilancia ed ecco fatto, di colpo ricominciare tutto da capo, come anni fa. Non e' che se non vomiti o se non digiuni, non hai un DCA! ci sono tante sfumature in mezzo, di cui la gente non sa nulla (e sono contenta per loro!). 
Per questo non vado da medici MAI. Onestamente non credo che un medico abbia neccessariamente le nozioni per capire i DCA, e spesso sono ignoranti come gli altri. Mi ricordo il medico di famiglia, come si complimentava con me in passato su come avessi perso peso, non sapendo in realta' che le ragioni di cio' erano il vomito e che quindi la perdita di peso era un segno di malattia, anziche' di salute! Ma e' anche vero che e' una resposabilita' nostra e di nessun altro accettare e capire i ns DCA. 

Cmq ho deciso che stasera non voglio tornare a casa nell'inferno, e che mi opporro' alla bilancia, in caso si presenti l'opportunita'! Mi devo preteggere! fra l'altro, sono normopeso, quindi non e' che ci sia davvero l'esigenza di pesarmi. Inutile dire che sono molto nervosa, non riesco a pensare ad altro, e sono incontinente! Avro' la pressione a 200! 

Una cosa triste e' che mi sento davvero sola. Alla fine, come sempre, fare le cose che ad altre persone risultano normali, mi richiede uno sforzo grandissimo e, nonostante le faccia lo stesso, alla fine invece di essere aprezzata o di suscitare indiffernza, c'e' immancabilmente un giudizio dietro da parte di tutti. Mia madre per prima mi accusa di essere immatura e paurosa, i medici di avere delle fisse, di essere emotiva. Quante volte me lo sono sentita dire crescendo ed ovviamente sempre con connotazioni negative, ovvio. Della serie, sei emotiva, cambia, sistema questa cosa perche' non va bene. 
Cio' che vorrei e' che davvero questa gente provasse a fare le cose con la testa che ti gira, con l'ansia a mille, spesso con la nausea, ma ad apparire tranquilla, a spiegare i tuoi problemi, a farti fare le cose con il dolore (perche' se non sei rilassata senti sempre male). Purtroppo per certe persone avere atteggiamenti normali e fare cose normali e' un grande sforzo, ma purtroppo nessuno ti fara' mai l'applauso.              
        

Wednesday, March 13, 2013


In questo periodo mi ritrovo ad ascoltare amiche e conoscenti e trovarmi assolutamente in disaccordo. Non sempre mi sento libera di esprimere la mia opinione vera e cosi' taccio e rimugino da sola. Non dico loro che hanno ragione, ma non dico neppure cosa ne penso, e spesso mi rento conto, fra l'altro, che non e' neppure richiesto. Prima ne parlavo con la psico, ora che la psico non c'e' piu', non trovo nessuno con cui parlarne ed allora sfrutto il blog. 
Non so se sia mancanza di fiducia in me stessa o il fatto che sia umanamente comprensibile sentire che ci sia qualcuno che la pensi come te, sta di fatto che mi ritrovo sola nelle mie opinioni e pensieri. 
Case and point: ci sono due amiche con cui l'anno scorso si usciva spesso. Eravamo tutte e tre single e sui 35-40 (lavoro, casa etc). E tutte e tre single da diversi anni, quindi in un certo senso abituate a questa condizione (o cosi' credevo). Tutte e due si dedicavano molto alla ricerca di un compagno, soprattutto con i famosi siti online, dedicati al caso. Questa cosa online non fa per me, e quindi ero quella che, fra tutte, aveva meno "carne al fuoco" (ma per scelta ovviamente, cosa di cui non mi pento). Sta di fatto, che verso ottobre-novembre tutte e tre incontriamo qualcuno, e mentre per me dura due settimane scarse, loro ancora sono con i rispettivi compagni. Fin qui tutto OK, sono contenta per loro, che sembra abbiano trovato cio' che cercavano. 
Tuttavia, da allora ad oggi, i discorsi che fanno mi fanno venire l'orticaria! con loro non dico nulla, ma almeno qui mi sento libera di esprimermi! prima di tutto, loro non erano contente da single, come io pensavo, anzi peggio pensano che nessuno possa essere contento da single, ma che la condizione naturale sia avere un compagno. Cosa su cui non sono assolutamente d'accordo! e con questo non dico che non mi farebbe piacere avere un compagno, ma che da cio' non dipende la mia felicita'. 

Una di loro due, dopo 2 settimane aveva gia' individuato cosa cambiare di casa sua e cosa tenere (e purtroppo da tenere c'era ben poco, a parte lui) e dopo tre, era gia' su internet a fare shopping per lui, perche' si sa, un uomo ha bisogno di una donna che faccia queste cose (e loro - gli uomini - non ci pensano). Come facessero prima, fa parte dei misteri della vita, visto che stiamo parlando di un uomo che vive da solo da anni e non e' un ragazzino. Capisco piu' uomini come mio babbo, che ha sempre bisogno di mia madre a presso quando fa shopping, visto che sono sposati da quando avevano 20 anni e non hanno mai vissuto soli.  
L'altra e' scomparsa, gia' dal giorno 2 si e' quasi trasferita da lui e non si vede piu'. Non e' neanche questo che trovo piu' assurdo (ognuno ha i suoi tempi, e per il solo fatto che io sarei piu' lenta, non significa che tutti debbano esserlo), ma ci sono cose che non capisco tipo pure lei si sta preoccupando del suo (di lui) abbigliamento, come se davvero 'sti poveretti (ormai ultra 40enni) non sapessero vestirsi o scegliere i vestiti adatti per loro. Inoltre dovavamo vederci una sera noi 3 amiche, il lui in questione aveva una cena di lavoro, e avrebbe voluto che lei andasse con lui, ma non si ricordava che lei aveva un altro impegno (un'incomprensione, capita fra coppie) e c'e' rimasto male. Sta di fatto che non ci si e' viste (per altri motivi) ma il commento di quest'ultima e' stato: fortuna che sono andata alla cena, perche' lui si sarebbe sentito solo e ce l'avrebbe avuta con me (chissa' poi per quale motivo), al tavolo c'era una donna molto sexy con cui si sarebbe potuto consolare. Adesso, prima di tutto, non capisco perche' lui debba avercela con me, visto che io avevo deciso di uscire settimane prima! poi io devo assecondare il mio compagno, perche' altrimenti trova qualcun altra, si vendica?              

Ma le donne che non vogliono fare le compagne e non le mamme esistono? le donne che hanno abbastanza sicurezza in se' da non temere che il proprio compagno le molli perche' non fanno esattamente tutto quello che vogliono loro? le donne che sanno essere single e non si sentono da meno delle donne in coppia o sposate? Capisco che la societa' davvero ti possa influenzare in questo senso, ma ci saranno persone che vanno oltre?
Ecco, se ci sono, spero di conoscerne tante e presto. 

P.S. Volevo passare ad amici maschi, ma ultimamente le mie intenzioni sono state magistralmente fraintese, che ho optato per rivedere il mio atteggiamento in quel senso!    

Friday, February 15, 2013

Ogni fine e' un nuovo inizio.


Dopo poco piu' di due anni si conclude il mio percorso terapeutico. O almeno, si sospende a data da destinarsi, se mai ce ne sara' una. La decisione e' stata solo la mia. Lei (la teraputa) mi ha invece consigliato di continuare e di lavorare sulle ultime cose di cui abbiamo parlato nella nostra ultima seduta. Ha anche detto che questo periodo di confusione ed isolamento che sto passando potrebbe essere utile in terapia, per aiutarmi a capire meglio me stessa e ad affrontare cose che non vanno. Lo so che probabilmente ha ragione, ma al momento io non ne ho voglia. E cosi' ho mantenuto la mia decisone e per ora ho sospeso. 
Ho fatto terapia per anni (2 piu' sei mesi piu' 2 e qualche cosa, totale quasi cinque) andando sempre regolarmente in tutti i casi. Fuori dalla terapia, ho fatto sempre del mio meglio per riflettere su cio' che ci eravamo detti, per cambiare atteggiamento e vedere le cose in modo diverso. Piu' di cosi' non so bene cosa fare. Pero' a me di risultati non sembra di averne visti. O meglio, si ne ho visti, ma non tanto quanto avrei voluto. Quindi o che ho fatto le cose sbagliate senza volerlo, o che dovrei rivedere i miei obbiettivi.   
La scorsa settimana (dopo la seduta di terapia che mi ha fatto decidere di smettere) sono tornata a casa e mi sono fatta male senza ritegno. Il giorno dopo, replica. Questa cosa dell'autolesionismo, e' sempre li', che attende di saltarmi al collo e prima o poi ci riesce. Ed onestamente non ho neppure troppa voglia di fermarla. Tanto, penso, non e' che nessuno deve guardarmi, non e' che ho un moroso che potrebbe insospettirsi a vedere la gamba destra piena di lividi e graffi. Il tutto rimane inevitabilmente nascosto sotto vestiti alla moda e colorati, quindi? che differenza fa? per quanto questo discorso mi sembri stupido (e lo e' proprio), non riesco a cancellarlo dalla mia testa, rimane li' da qualche parte e non so ne va. Poi (e questo mi sembra doveroso dirlo) dopo essersi fatti del male, si sta peggio di come si stava prima, con gli stessi problemi, e quindi non risolve nulla, anzi complica le cose. Questo lo so, e quando nel 2006 finii i primi due anni di terapia l'avevo non solo capito razionalmente, ma anche internalizzato. Oggi, no, lo capisco solo razionalmente, lo so, ma poi qualcosa capita e scego la via dell'autolesionismo. 
Anche col cibo, si, ho un'alimentazione sana, cucino, mangio quello che mi piace. Ma ho sempre paura di uscire a cena con amici, tanto che guardo il menu' su internet prima, cerco di prendere cose in comune con altri cosi' mangio meno. Ho sempre i miei cibi sicuri su cui punto per sentirmi meno in colpa, sempre a cena fuori o quando cucino. Recentemente se vado fuori a cena, l'altro pasto lo salto, faccio uno spuntino, perche' fare due pasti di cui uno fuori mi causa troppi sensi di colpa. Non conto le calorie, e mangio, non e' che faccio diete da fame. Ma l'ossessione cibo non e' sparita, diciamo che e' gestita e mi permette di condurre una vita "normale". La mia conclusione e' che questo livello e' il meglio cui posso arrivare. Si, magari se fra un po' di tempo, la mia vita diventa meno stressante, magari mi capita qualche cosa di bello sul lavoro, o incontro qualcuno di speciale. O trovo un gruppo nuovo di amici con cui davvero ho una sintonia speciale. Ecco che allora le cose possono andare un po' meglio, l'ossessione puo' diminuire. Ma e' un'oscillazione, e se il gruppo sparisce, il lavoro si incasina, l'amore finisce, ecco che piano, piano, torno a come sto oggi. 

C'e' stata una parentesi della mia vita in cui ero sana. E' durata un paio di anni, forse anche tre. E poi? poi piano piano sono tornata indietro. Non so neanche io come sia successo perche' sia successo. E' capitato. Piano piano ho inizaito a ridurre le calorie, ed in proporzione i sensi di colpa per cio' che mangiavo hanno iniziato ad aumentare. E poi e' tornato l'autolesionismo, da un giorno all'altro, come un ex-moroso che ti telefona dopo anni. Ed io pensavo che fosse una parentesi, un incidente di percorso, che, una volta affrontato, sarebbe andato via. Invece ahime' l'incidente di percorso era quel perido in cui ero sana. Quindi tutto cio' in cui penso sia realista sperare e' un altro incidente, un'altra oasi di serenita' che non so quando e se tornera'.       

Avete presente quando vedete quelle foto per la campagna contro la volenza sulle donne che mostrano quelle povere vittime pieni di lividi. E tu le guardi, e ti chiedi chi siano quei mostri che hanno potuto ridurre cosi' un essere umano. Ecco, quel mostro sono io. Non con il corpo di altri, ma con il mio. Ed io le guardo, e mi fanno tenerezza, vorrei abbracciarle forte e dire loro che mi dispiace. Ma quando guardo i miei di lividi, non sento niente. Li guardo, mi scrollo le spalle e finisce li'.