Wednesday, February 6, 2013

A volte ritornano


E' da tanto che non scrivo piu' qui, ma non sono mai stata brava ad avere un diario, o a scrivere tanto. Scrivevo alle mie amiche, quando da piccola andavo al mare ed incontravo persone di citta' lontana dalla mia, o quando mi sono trasferita in giro per il mondo. Se non c'e' nussuno che legge, probabilmente non mi viene spontaneo scrivere. Ma forse mettere nero su bianco cio' che sento potrebbe aiutarmi. 

Avete presente quei casi di tossicodipendenti che non guariscono mai e che escono ed entrano in comunita' per tutta la loro vita (o finche' non muoiono di overdose)? ecco, io sono una di quelle. In versione meno tragica, ovviamente. Ho una vita, un bel lavoro, tanti amici. Esco e faccio tante cose. Poi quando chiudo la porta di casa, mi riempio di tagli, di lividi, dappertutto. Oppure mi sento ossessionata dal cibo, e da cio' che ho mangiato. Non e' sempre stato cosi', ho avuto momenti belli, momenti di serenita' e normalita'. Ma poi si ritorna li'. Lo sapevo che sarebbe stato cosi', ma e' dura da accettare. Credo che accettare di essere cosi', con questi problemi sia dura. Ho fatto anni di psicoterapia, nella segreta speranza di poter guarire, ma non sono guarita. Anni fa ero convinta del contrario, mi alzavo ogni mattina e lottavo per mandarli via, per essere "normale", per essere una persona come tutti gli altri e mi sono illusa di poter vincere. Ma non si vince, si deve accettare come il colore dei capelli, l'altezza e la forma delle tue ossa. Puoi metterti i tacchi, farti la tinta e vestirti in un certo modo, ma alla fine puoi dare un'impressione diversa a tutti, ma non a te, perche' tu sai.

Un mio modo per mantenermi normale in mezzo a tutto cio', e' fare il maggior numero di cose normali che posso al giorno. Cosi' anche se c'e' una contraddizione nel graffiarsi senza ritegno, e poi darsi la crema vellutante dopo la doccia, so che sto facendo qualche cosa di normale, non mi lascio andare al mio probelma ma mi tengo aggrappata alla vita! Cosi' nonostante tutto, esco sempre vestita bene, curata e mi trucco! cosi' ricevo un sacco di complimenti, sul mio abbigliamento, su come sono sempre curata e ben vestita. Forse dovrei essere contenta di questi complimenti, perche' mi dicono che sto facendo un bel lavoro. Non sono serena, ma lo faccio, ed e' meglio di niente. E spero un giorno di esserlo anche. Pero' la realta' e' che li odio, perche' nessuno va oltre, non vede la tristezza che c'e' dietro tutto questo, non mi vede quando piango nella metro mentre vengo al lavoro, non mi vede a casa, quando mi riempio di tagli e pugni. 
Ma non e' una lamentela, perche' alla fine sono io che lascio tutti fuori, sono io che metto delle barricate fra me e la gente. Ho cio' che chiedo. Solo che a volte, vorrei poterne far entrare uno a tenermi compagnia, a stare con me in tutto questo casino. Ma come fai a coinvolgere qualcuno? soprattutto quando tu per prima vorresti alzarti ed andartene?    

2 comments:

  1. Il tuo approccio è ottimo, ossia non permettere che la parte "malata" di te prenda il sopravvento, continuando quindi a fare cose "normali" e sane. E di sicuro questa è una buona strategia.
    E poi un'altra cosa: non dimenticarti mai che tu non sei solo "quello" e non sei neanche soprattutto "quello": se non riesci a liberarti di questa te che ti fa fare cose che non vorresti e che ti fanno male, ricordati davvero che quella è solo una parte di te, che sei molto altro.
    Per quella che è la mi esperienza, quando ci capita qualcosa di cui in qualche modo ci vergogniamo e ci sentiamo responsabili anche solo per il fatto di non essere riusciti ad evitarla, questo fa sì che in qualche modo non ci sentiamo "degni" degli altri, e come dici tu, pur sentendoci soli, costruiamo barricate.
    Almeno per me è così. Però so che non dovrebbere essere così, che purtroppo a volte le cose sono in un certo modo senza la nostra responsabilità e quello che ci capita nostro malgrado non fa di noi persone peggiori, anzi. Spesso la sofferenza scava profondità nel nostro animo e ci rende più umili e più sensibili.
    E per ultimo, io ho imparato che nessuno oserà sfondare le barriere che noi mettiamo, quindi non ti aspettare comprensione o empatia da chichessia. Però è anche vero che spesso se si riesce a chiedere (ascolto, comprensione..)si ottengono risposte insperate.
    Di sicuro la tua vita non è facile, ma non perdere la speranza di poter stare meglio.

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  2. Grazie di cuore per il tuo commento (e scusa il ritardo). Hai detto delle cose giustissime, soprattuto il fatto che mi sembra di essere solo quello, hai ragione, invece non e' cosi'!
    un grande abbraccio e grazie ancora
    Eli

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